sto lavorando a una cosa minore
che è più grande di me,
come un arco, staedtler,
che si tende dalle tue ginocchia al
labbro: gonfio.
mi danno delle scadenze
e ci gioco, me le tiro, le incollo alle impronte
come gomma-pane.
Da un campo nomadi sporco, ti saluto,
e mi auguro che alla prossima partenza
il bagaglio rosso stipato
sia uno solo.
Intanto, compro il succo fresco d’arancia,
e ripassando le O
scrivo, con matite (noris) gialle e nere
che sono un filo di lucidità nel giorno,
buono come gli altri, lui, del tendere
il filo altrui.
La valigia rossa sarà una sola.
Questa poesia mi piace moltissimo…
Un bacio
Tua