questa strada, è notte, le risaie negre e la pioggia
la luce rossa del contagiri, calda compagna.
sono venuto a trovarti nell’unica ora in cui posso restare
nell’unica ora in cui dormi e l’insonnia non c’è
nell’ora tirata indietro dall’uomo che
tiene il ferro delle regole e tiene il tempo
della sua
fragilità.
l’ora delle stelle già morte
gli intarsi delle serrature mai aperte
le maglie riposte e
quei segni, accumulati fra
nei sotto-la-pelle.
guidando,
sono venuto nell’ora dell’ora che ripassa e non c’è
per chiederti di aprirmi gli occhi così
come due arance
e scuotermi come lo spruzzo che fanno
quando hai le dita che ci affondano dentro.
Poi ti ho riflessa, e
mi sono voltato:
la linea bianca del battistrada era un filo
da prendere tra le dita,
la notte un colore adatto al primo giorno
in cui ti ho afferrata,
le nostre mani in bilico a rincorrersi sull’ora smarrita.
in cui ti ho afferrata,
le nostre mani in bilico a rincorrersi sull’ora smarrita.