Abu Dhabi 2011

Abu Dhabi. Il petrolio fatto cattedrale, il deserto.
Centri commerciali giganteschi, moschee con lampadari da 8 milioni di dollari, hotel che di miliardi di dollari ne sono costati ben 3. Tre.
Le strade sono la cosa che sorprende di più, ad Abu Dhabi. Tre, quattro corsie in una direzione, altrettante nell’altra, deserto ai lati, diritte verso palazzi-stuzzichi-all’orizzonte illuminato da una palla rosso pompelmo che è lo stesso sole tuo. Quello del campetto da basket a Verrone.
Sette emirati, uno più ricco dell’altro, l’acqua irregimentata dentro a piccoli tubi di plastica che scorrono sotto il verde delle aiuole e delle passeggiate dove non passeggia nessuno perchè non si può, fa troppo caldo, caldissimo afossisimo: panchine ordinate che segnano le ore scandite dall’ombra dei lampioni. Accesi per sport.
Sfoggio petrolifero.
Abu Dhabi. E gli operai a cinque dollari l’ora accampati chissà dove. Le gru, l’aria condizionata che condiziona ogni spostamento. 5 stelle superlusso sulla testa di questa notte giocata sulle note della penisola arabica, cantata in qualche privé di un Redisson Blu Hotel.
Abu Dhabi. Vietato l’ingresso ai cittadini istraliani e l’accesso a UPorn.
Voliamo via domani scrollandoci la sabbia di dosso, ridendo in faccia al parco giochi marchiato Ferrari, sorvolando petrol-dotti che segnano il ritmo che ha il cuore nel petto.

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2 Replies to “Abu Dhabi 2011”

  1. Grande Michele…….
    in attesa di tue notizia.. userò questo posto stupendo..
    A presto, le foto di Abudabi sono quello di cui ti parlavo
    Paolo

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