Temporale

Sono annebbiato: devo ammetterlo. Almeno in questo momento
su questo divano, con le gambe lunghe:
ho pensato a Eva, che ha un bel sorriso,
ho pensato a Alfredo, che ha un bel piglio,
ho pensato a Giada,
forte, sola (?),
quelli a cui – quelli di cui. Ho pensato che non
ho più casa. E questo un po’ mi ha lasciato
come pesca aperta, del giorno prima,
come due o tre cicche che puzzano un po’,
il raccoglitore dei giornali vicino
alla sedia a dondolo con riviste che
non ho mai letto.
Sono un po’ annebbiato, devo ammertelo, come
devo ammettere che non ha prezzo bere
whiskey e fumare
davanti a una finistra spalancata oltre le tegole
e il buio,
le luci della piazza di fronte: soffuse e ammiccanti,
dolenti dolci note,
di notte ripiene, di sbavature à la Rimmel, nel momento prima di
colar via, come fossero miele.
Mi sono detto: puzzo. Arriverà il caldo
e non userò più quelle coperte. Là, nell’armadio (le vedo). Mi sono detto: sogno.
Sono al penultimo battito
annebbiato
ma ancora non dormo. Ho pensato anche ad Anna, un’Anna,
così piena di vita di voglia, di gente. Ci sono troppe pagine da scrivere
ci sono troppe canzoni,
decisamente ancora troppe
(propositivo, voglioso, lanciato)
ancora da leggere.

One Reply to “Temporale”

  1. … pensavo a come hai chiamato l'altro gruppo di post… linee di fuga. Bello, ci vorrebbe, una linea da seguire.
    Consola anche soltanto il nome.

    Un bacio Lancione!
    E che i pollini ti stiano lontani.

    claudia

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