gran guadagno


qualcuno più intelligente di me è
andato a correre. col suo giubbetto giallo e le
scarpe mimetiche, va su e giù per questa pianura di
lingue, anguille d’asfalto e cippi romani,
fiori negli angoli più bui e odore di fango, umido,
nel naso. lui sta smaltendo, loro,
con i rispettivi compagni, di letto e di ventura,
riescono a reggersi ai cordoni del ponte
che oscilla
e qualcuno
che meno ti aspetti
lo butta giù
senza deprimersi. Tagliano e mangiano briciole
con le dita, dal tavolo. A me basta un pensiero,

uno solo,
e sono a terra, sulle ginocchia, jeans sulla pelle matura
ancora graffia, come gengiva che perde
alimentando insenature di lingua.
Scorre bene, riempie i letti, fa onde
di vita salata.
I pali della luce, là fuori, sono ben piantati e pieni
d’acqua, loro.
Trasportano 10,000 volt e
non sanno di essere bombe
e potenziali infarti,
e crack mal tagliato, e strilli
e colpi epilettici,
emboli lussureggianti…
e finchè sarà così, Un Gran Guadagno:
ci sarà sempre qualcuno più leggero
meno idiota al palato, di me. Continueranno a correre
tenendosi per mano o da soli
scatarrando, non gustando,
chiazze rosse,
sulla linea bianca fragile
del confine.

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