giorni

i giorni che ho calcolato, i giorni che ho digitato

quelli che ho passato su facebook
le cartoline sul divano, a piegare i vestiti, le
sbornie sul ciotolato, i giorni come domeniche
che siamo così spaesati senza
profitti, tutti quei momenti in cui si andava a dormire troppo
in là, per alzarsi troppo presto, i giorni
così, i giorni della pancia gonfia, potevo passarli
a chiederti come, a farti dire,
a tirarti la coperta
a costruirmi un ricordo. Sai, come le presine, o
i guanti. Come uno scaffale,
una collezione.
Quei giorni di pasta e di carta, di beige e di blu,
sono tubature intasate, caloriferi
spenti, finestre aperte con le tegole a scendere,
brividi sotto pelle che indietro
ci si guarda
ma nulla più.

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