Australia East Coast: Brisbane, Townsville, Mt Isa

Il viaggio natalizio lungo la spina orientale di questa grande Australia mi ha portato tra città impazzite per lo shopping del Boxing Day, isole magnetiche, ma soprattutto tra la polvere rossa del rame estratto a Mt Isa. L’incontro con gli aborigeni conosciuti nei parchi a bere, o lungo i fiumi a pescare, è stato il compendio migliore. Tanto sole, in questo viaggio. Tanta periferia, outback, con le sue strade larghe, le macchine grosse, e il giornalaio, il McDonalds, il negozietto di “lingerie” femminile. Alle spalle, i camini, il rame rosso, la miniera. Ttuto intorno: vuoto che vola, per chilometri, si estende. Australia interna, atto 1.

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Auckland, Kiwi’s Land

Sempre più a Sud, sempre più a Est, che poi è tutto relativo.
Auckland, città che di per sè non è poi un granché, per i suoi palazzi e le sue strade che salgono e scendono dalla collina. Quando però ci si avvicina all’Harbour, al mare, e si prende un traghetto le cose cambiano – ci si rende conto di quanto l’acqua, la terra, le insenature, e in generale le onde (siano esse blu, verdi o bianche impastate d’azzurro) siano la cosa, la Cosa, di questa Nuova Zelanda. Terra di Kiwi e di Hobbit, terra di Maori (25% dell’attuale popolazione, mica male). E i cartelli sono in Inglese e in Maori. E la gente ha la barca. E ti ci viene quasi voglia di tornare, per prenderne una e vedere un po’ di che pasta è fatta, questa Oceania. Prossimamente.

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Abu Dhabi 2011

Abu Dhabi. Il petrolio fatto cattedrale, il deserto.
Centri commerciali giganteschi, moschee con lampadari da 8 milioni di dollari, hotel che di miliardi di dollari ne sono costati ben 3. Tre.
Le strade sono la cosa che sorprende di più, ad Abu Dhabi. Tre, quattro corsie in una direzione, altrettante nell’altra, deserto ai lati, diritte verso palazzi-stuzzichi-all’orizzonte illuminato da una palla rosso pompelmo che è lo stesso sole tuo. Quello del campetto da basket a Verrone.
Sette emirati, uno più ricco dell’altro, l’acqua irregimentata dentro a piccoli tubi di plastica che scorrono sotto il verde delle aiuole e delle passeggiate dove non passeggia nessuno perchè non si può, fa troppo caldo, caldissimo afossisimo: panchine ordinate che segnano le ore scandite dall’ombra dei lampioni. Accesi per sport.
Sfoggio petrolifero.
Abu Dhabi. E gli operai a cinque dollari l’ora accampati chissà dove. Le gru, l’aria condizionata che condiziona ogni spostamento. 5 stelle superlusso sulla testa di questa notte giocata sulle note della penisola arabica, cantata in qualche privé di un Redisson Blu Hotel.
Abu Dhabi. Vietato l’ingresso ai cittadini istraliani e l’accesso a UPorn.
Voliamo via domani scrollandoci la sabbia di dosso, ridendo in faccia al parco giochi marchiato Ferrari, sorvolando petrol-dotti che segnano il ritmo che ha il cuore nel petto.

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