Psicofarmaci nelle carceri

Leggo questo breve articolo di ‘E’, sull’utilizzo degli psicofarmaci nelle carceri italiane. Si parla di qualcosa come 35.000 detenuti che utilizzano questi farmaci, per stare buoni, sedati, tranquilli. È il controllo totale dell’individuo politico, ovvero del suo essere cittadino, attraverso l’annichilamento del corpo – come spiegava Foucault. C’è qualcosa di sinistro, in tutto questo. Il carcere è un’aberrazione totale, di per s’è. Quando poi va oltre le mura ed entra dentro così, quando le mura le costruisce tra le ossa e i neuroni, non merita più rispetto. Il carcere non merita rispetto. Va ridicolizzato, nella sua assurdità.

Link al pezzo: http://www.eilmensile.it/2012/04/07/leccessivo-uso-di-psicofarmaci-nelle-carceri/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=leccessivo-uso-di-psicofarmaci-nelle-carceri

Il Futuro del Mondo Passa da Qui

Segnalo l’uscita di un volume+dvd intitolato “Il Futuro del Mondo Passa da Qui”. Si tratta di un insolito esperimento in cui 16 fotografi, 18 autori (tra cui il sottoscritto) e 2 illustratori documentano, rileggono, raccontano… una “periferia” torinese – quella del Lungo Stura/Parco Stura.

Il volume è appena uscito ed è, a mio avviso, un buon esercizio di “geografia sociale” (non posso parlarne male, ci sono dentro anche io!). Allegato al libro c’è un film documentario presentato al Torino Film Festival (2010) e vincitore del Premio Joris Ivens a Cinéma du Réel (Parigi, 2011). A Torino il volume si può acquistare in alcune librerie (Feltrinelli, Comunardi, Trebisonda, Therese…), si può ordinare ovunque, e si può acquistare online (sia su Amazon.it che sul sito del “collettivo”: http://www.ilfuturodelmondopassadaqui.it/). Il racconto breve che ho scritto, se interessati, si può scaricare gratuitamente dal mio sito.

Ne approfitto anche per dire che il mio romanzo sui senza fissa dimora, Il Numero 1, è stato recensito positivamente da “L’indice dei libri del mese” di Dicembre – il libro vive, è là fuori, anche se io galleggio in Oceania. Se avete voglia di aiutarmi a farlo conoscere, proponete qualunque nefandezza: accetterò. Dico sul serio!
Info sul libro, qui: https://www.michelelancione.eu/libri/publishedbooks/ilnumero1/ilnumero1.html (qui la rassegna stampa).

C’est tout!

———- Creative Commons Non-Commercial Attribution. Check out my website: https://www.michelelancione.eu

Silvio’s Wonderland


(from http://www.vizzed.com/videogames/appleii/screenshot/Alice%20In%20Wonderland-3.png)

Berlusconi said he will resign after a major vote that will take place in the two different chambers, in approximately 15 days.

I’m not going to trust his intention till I see his resignation with my eyes.
This is Berlusconi. He creates a fake reality, a simulacrum, where Italy sinks like a boot in the mud. Great and pathetic at the same time. Wonderful: Silvio’s wonderland. 

———- Creative Commons Non-Commercial Attribution. Check out my website: https://www.michelelancione.eu

Il Peto di Cota


Guardate bene questo manifesto elettorale. Cosa sta facendo il Cota? Dai, suvvia, non è poi così difficile indovinare. Guardate attentamente la piega labiale, l’occhietto semichiuso, tutto il viso in una smorfia di tensione e piacere. Ma sta scoreggiando! E’ palese. Roberto Cota per la sua campagna elettorale piemontese si è fatto scattare una fotografia nel momentum sublimis della scoreggia. Ah! Cota: una liberazione.

Adesso quella foto l’ha tolta però. A Torino non c’è già più. E’ stata sostituita con un’altra in cui Cota sembra avere 17 anni slavati. La gioventù.

A me sta piuttosto simpatico Roberto Cota. Si è vede che è uno che si è fatto da sè. E poi è bravo. Nel suo programma politico parla di lavoro, federalismo, trasporti e sanità (http://www.robertocota.it/programma.php) senza fare minimo riferimento ai temi che stanno più a cuore alla lega. Ma si sa. Di certe cose – come i rifugiati politici, i diritti delle minoranze e simili – è meglio non parlare. Comunque, tutto questo non è di mio interesse. L’unica cosa rilevante è che Cota ha avuto il coraggio di scoreggiare. Ho anche uno slogan: “Ha liberato l’afflato al momento della foto: Cota merita il mio voto”.
Per concludere. Nemmeno l’ottuagenaria Mercedes Benz parla di rifugiati politici, minoranze, povertà, diritti (d’altra parte si è poi sempre alleata con l’Esercito della Salvezza del Centro Redentore). Allora, nel caso in cui il Cota perda il mio voto – ha pur sempre tolto il manifesto con la sublime scoreggia – voterò Marcello Sbudello. Che mi fa sentire tanto più giovane, e che è poi sempre una buona sintesi di questa campagna elettorale… che preferisco non aggettivare.

Rosarno: il tempo delle arance

“Il tempo delle arance” è un bellissimo documentario di Nicola Angrisano sulla situazione di Rosarno, e di chissà quanti altri luoghi in Italia.

Lì c’è razzismo. Perchè è una questione razziale non pagare un immigrato per il suo lavoro. Non metterlo in regola, prenderlo in giro istituzionalmente. Le arance di Rosarno che ci mangiamo sono frutto razzista che digerendo, alimentiamo.
Qui il documentario: http://www.vimeo.com/8812128
Qui un articolo di un anno fa, che dice tutto, prima che tutto venga alla luce: http://www.annalisamelandri.it/dblog/articolo.asp?articolo=1086

Biblioteca civica e civile

A Beinette, Cuneo, da qualche tempo è attiva una biblioteca che è certamente un buon esempio di come, dal basso, dal territorio, da casa nostra, sia possibile informarsi e fare cultura. Vi invito a esplorare il sito della biblioteca – progetto nato anche dalla testa di un mio caro amico, Lorenzo.
Che sia di spunto a quelli di noi che si chiedono sempre “ma cosa posso fare, io?”

La parabola del PC in Italia

Questo titolo ha un doppio significato e va bene così.
A ridosso delle elezioni vi invito a leggere questo interessante articolo inviatomi da Filippo: http://www.lrb.co.uk/v31/n05/ande01_.html (Perry Anderson, professore alla UCLA).
Anche se non sono d’accordo con tutto quel che dice l’articolo (es: The PCI’s ability to polarise Italian intellectual life around itself, not only in a broad arc of scholars, writers, thinkers and artists but a general climate of progressive opinion, was without parallel elsewhere in Europe. – E Pasolini, che era sempre contro e a cui si dava sempre contro, dove lo mettiamo?) nonostante ciò, dicevo, l’articolo è interessante, soprattutto in tempo di elezioni.
Un bel passaggio del pezzo (uscito in Italia con l’Internazionale) è il momento in cui l’autore riporta alla nostra attenzione un concetto gramsciano chiave:
“The pursuit of political power, Gramsci had written, required two kinds of strategy, whose terms he took from military theory, a war of position and a war of manoeuvre: trench or siege warfare, as against mobile assault. The Russian Revolution had exemplified the second; a revolution in the West would, for a considerable period, require the former, before eventually passing over to the latter”.
Intendete rivoluzione come vi pare: ma una rivoluzione è necessaria, in Italia. Ma chi sta combattendo la guerra di posizione (per quella tattica direi che ora non c’è proprio speranza)? Domande che rimangono aperte e che lo rimarranno a lungo, a una settimana dal voto.
In sintesi, affrontante questa lettura che, tracciando la storia del PCI in Italia, fa in realtà ben altro: dimostra semplicemente come e perchè certe persone e certe fazioni, a sinistra, non si possono proprio votare, dato che hanno passato gli ultimi anni non a ostacolare il Cerone, ma a favorirne l’ascesa.
Postilla al Post: l’articolo fa cenni, tra l’altro, a Negri e Agamben… personaggi che in Italia sembrano essere stati rimossi ma che qui in UK riscuotono un certo successo. Niente di buono o cattivo in ciò… ma una ragione per riflettere sul perchè, quella sì.