Piano quinquennale thinking

My Pillow: Too Cool.
Stamattina, ore 7.30 locali, sono andato a un thinktank meeting. Architetti Ingegneri Giovani Funzionari della Città Accademici Young, tutti insieme si trovano una volta alla settimana e parlano di design thinking, bevono il caffé, mostrano le tette e fanno giochi cooperativi. Si mettono intorno a un tavolo e tagliano pezzi di carta ci disegnano su e dicono cose che non possono essere contraddette, sono così ovvie, lisce, piane, le loro cose. Sono right. Poi alle 9.30 se ne vanno a lavorare, col sorriso sulle labbra, right, loro. Stamane c’era un tipo che ha presentato una cosa sulle bici in città. Va bene, ok. Alla fine ha detto: noi dovremmo smetterla di pensare come un HP (simbolo di HP proiettato sul muro) ma dovremmo pensare come APPLE (mela morsicata sul muro): liberi, innovativi, propositivi, creativi.
Gli avrei mozzicato la testa, gli avrei.
Lo scalpo, creativo, gli avrei.
Però ho mantenuto la calma. Io vado lì per studiare. Per vedere. Per capire. Non lo deve sapere nessuno ma sto lavorando a un progetto di ricerca per la distruzione del design thinking. Sono troppo cool, loro. Right loro. Io sono molto più semplice. Ora mi metto qui e traccio una linea, un confine, e divido i buoni dai cattivi.
Voglio tornare al piano quinquennale. Voglio il piano quinquennale thinking, io. 

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Produrre.


Ho in mente il pubblico, quando scrivo. In mente l’emozione della lettura in pubblico, quando scrivo. Vorrei passare la mia vita a leggere, in pubblico. E’ tutto molto più vero di quello che sto per fare: diventare una macchina per produrre articoli accademici di secondaria importanza pubblicati su riviste quotate molto in alto da consumare nel tempo di una quote.

Mi pagano bene.

Questa cosa qui è come ascoltare un pezzo dei Coldplay, sai già come va a finire. Questa cosa qui è come essersi persi per tutto e per tutti. E’ come se con la lucidità uno ci si fosse pulito il c: nel futuro in cui sarò – vedo troppo bene la linea di demarcazione.

E’ pericoloso sapere dove si andrà a finire.

Linea di fuga linea di fuga multipiano azione, ribaltare: allenarsi continuare a fare flessioni sulle parole. Oggi una mia amica scrive:

Nel frattempo ci restano le parole,
che comunque
volendo
non è poi proprio niente.

(Claudiet)

Ragione. Darle ragione farlo proprio. Tornare a non dare per scontato.

Domani andrò a lavoro tenendo a mente che quello che sto per fare è produrre. Questa è la chiave. Produrre cose che non si possono consumare: modificare, annientare, scopare. Riprodurre, sì. Stare attenti ai dettagli della vita quotidiana che sono la chiave per restare attenti, godere. Non si possono consumare. Che non si possono consumare.
Ciò che è nostro è nostro, e ci spetta.



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Recital Perline

Due date.
Per condividere. Per partire. Salutare.
Perlinare tutto.
Due artisti veri – loro – con me:
Fab Vitale, chitarra e voce
Angel Viora – illustrazioni e fantasia
Vi aspetto (ore 21.30):
– 9 Giugno, Casa Mad, quadrilatero romano – via Santa Chiara 22
– 10 Giugno, Circolo Arci Santa Giuglia, vanchiglia – Piazza Santa Giulia 11

Rosarno: il tempo delle arance

“Il tempo delle arance” è un bellissimo documentario di Nicola Angrisano sulla situazione di Rosarno, e di chissà quanti altri luoghi in Italia.

Lì c’è razzismo. Perchè è una questione razziale non pagare un immigrato per il suo lavoro. Non metterlo in regola, prenderlo in giro istituzionalmente. Le arance di Rosarno che ci mangiamo sono frutto razzista che digerendo, alimentiamo.
Qui il documentario: http://www.vimeo.com/8812128
Qui un articolo di un anno fa, che dice tutto, prima che tutto venga alla luce: http://www.annalisamelandri.it/dblog/articolo.asp?articolo=1086

stupido

Uno dei regali ricevuti è stato un libro di Carlo Cipolla – “Allegro ma non troppo”, che contiene un interessante saggio chiamato “Le leggi fondamentali della stupidità umana”.

Posso affermare, dopo aver letto il libro, che la Terza (ed aurea) Legge Fondamentale della Stupidità Umana è vera:
“Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sè od addirittura subendo una perdita”
… e, così facendo, posso anche affermare, in questo gioioso 26 Dicembre 2009, il mio sentore d’essere stupido.
Oh, sì!

Incontro al Collegio Einaudi con una autrice torinese

Ecco un’iniziativa interessante – non di certo perchè ci sono coinvolto io, ci mancherebbe. Eh!

La lettura, e gli scrittori, valgono sempre la pena. Soprattutto in questo periodo da Bianco Natale padano: culturalmente nero pece.

INVITO

Il Collegio Universitario Einaudi di Torino

inaugura il ciclo di incontri

TI PRESENTO UN AUTORE

Ospite MARGHERITA OGGERO con Risveglio a Parigi

MERCOLEDÍ 2 DICEMBRE 2009, ore 18.00

Biblioteca Centrale del Collegio Einaudi – Via Maria Vittoria, 39

Inaugura la rassegna Margherita Oggero, col suo ultimo romanzo Risveglio a Parigi, accompagnata nelle letture da alcuni studenti e disponibile a rispondere a tutte le domande del pubblico. Moderatore dell’incontro: Michele Lancione, ex allievo del Collegio, vincitore di diversi premi letterari e dottorando presso la Durham University – Newcastle.

Ingresso libero.

Seguirà Rinfresco

Ciao Alda

Prima Fernanda, poi Alda. Due figure diverse, ma che donne…
Un ricordo da (e per) questa Poetessa. Terra Santa, dal suo volume post-manicomio, “La Terra Santa”. Ciao, Alda.
Terra Santa
Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch’io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c’era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che urlava al Cielo
tutto il suo amore in Dio.
Noi tutti, branco di asceti
eravamo come gli uccelli
e ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Salvatore.
Fummo lavati e sepolti,
odoravamo di incenso.
E dopo, quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.
Ma un giorno da dentro l’avello
anch’io mi sono ridestata
e anch’io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione,
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all’inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.
[Da “La Terra Santa”, 1984]