Produrre.


Ho in mente il pubblico, quando scrivo. In mente l’emozione della lettura in pubblico, quando scrivo. Vorrei passare la mia vita a leggere, in pubblico. E’ tutto molto più vero di quello che sto per fare: diventare una macchina per produrre articoli accademici di secondaria importanza pubblicati su riviste quotate molto in alto da consumare nel tempo di una quote.

Mi pagano bene.

Questa cosa qui è come ascoltare un pezzo dei Coldplay, sai già come va a finire. Questa cosa qui è come essersi persi per tutto e per tutti. E’ come se con la lucidità uno ci si fosse pulito il c: nel futuro in cui sarò – vedo troppo bene la linea di demarcazione.

E’ pericoloso sapere dove si andrà a finire.

Linea di fuga linea di fuga multipiano azione, ribaltare: allenarsi continuare a fare flessioni sulle parole. Oggi una mia amica scrive:

Nel frattempo ci restano le parole,
che comunque
volendo
non è poi proprio niente.

(Claudiet)

Ragione. Darle ragione farlo proprio. Tornare a non dare per scontato.

Domani andrò a lavoro tenendo a mente che quello che sto per fare è produrre. Questa è la chiave. Produrre cose che non si possono consumare: modificare, annientare, scopare. Riprodurre, sì. Stare attenti ai dettagli della vita quotidiana che sono la chiave per restare attenti, godere. Non si possono consumare. Che non si possono consumare.
Ciò che è nostro è nostro, e ci spetta.



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