Restiamo incantati
a vederli passare, immobili documenti
su barche
e onde e orecchie a
tenere capelli dal vento, restiamo
incantati a vederli passare.
L’uomo sospeso in un cimitero
grande città, regge una cazzuola
e fa rumore di risacca
quando la spalma a chiudere
il marmo della sera,
com’è sorta presto la sera,
gesto ripetuto ripetitivo caduta
lacrima scivolata, fotografia
prestampata, fiore posato
– c’era anche una bella giornata.
Incantati,
a vederli passare,
l’immobile mettersi in fila
e in fila tenersi per mano
con le mani in tasca a nascondere il fatto
che ci si debba prima o poi
tenere per mano.
Alto il sole
alta la schiena
cantami la notte che non
si può cantare da sola,
Alta la stella che indica la rotta a chi
di stelle e di rotte
non capisce assai, a vederli passare,
quelli prima di noi,
incantati
immobili
inebetiti –
Monili,
suppellettili fragili
come suono che fa la cazzuola
a chiudere una bara
come una pagina, e poi ci si gira
ed è una volta sola
una volta ancora.