verso l’uscita

37 fazzoletti ripiegati pronti all’uso
la pioggia li ha bagnati, i tuoi occhi li hanno aperti
e voltati, in questo giorno umido
con lo scaldino sempre aperto, a mangiare grissini
e cercare con le dita di aprirci di più, ancora
di più. Un occhio dalla fessura
ci chiede continuità, le tue labbra silenzio e
stabilità, il frigo di essere lasciato in pace,
io di essere preso in braccio,
le mura parlano ma sono incomprensibili versi
proiettati su un’altra piega di queste lenzuola. Fragola, tieni alta quella
testa. Il tempo ci è avverso ma noi ce lo
legheremo al polso e sarà così sempre nostro. Fragola,
continua con le tue dita. Alziamoci da qui
palleggiamo oltre, guadagniamo l’uscita con passi
felpati di ciabatta e teloni di plastica
come mantelli per due, a confondere la luce che
è un occhio smarrito dietro fessure mie e tue,
fili tra i sogni. Respiri che mi fermo ad ascoltare
mentre sei piegata, impasti, giri
tiri distendi, dormi.

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