aperture

pensiamo a uscire, e a proteggerci 
dagli spari della pioggia e dai maligni. Pensiamo
alle aperture improvvise
i contratti da rescindere
le valigie da preparare
i pacchi da spedire
lo spago con cui chiudere i capitoli e 
affogare le parole. 
pensiamo alle mollette appese al filo
che attraversa il giardino. al pesce rosso
nella pozza, alla finestra scardinata
pianta nell’angolo.
le maglie da piegare
i soldi e i sogni come granaglie
i giudizi da ignorare. 
la schiena che si volta per
continuare a ripartire
mentre il suo padrone fa l’equilibrista
sul suo umore di filo 
dentato, sdentato, spinoso,
scollato.

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