Mitt hjerte alltid vanker


Tre cimici, lungo un asse mediano,

scese lungo il mio pube.

Occhi rosa, adamantini.

Occhi di bidoni versi d’immondizie,

cemento screpolato. Piano di Mitt hjerte alltid vanker

appena accennato.

Il mio corpo, reclama pioggia:

Voglia di piangere per sostituire

un tuo abbraccio.


La camicia, è qui. Semiaperta sul petto

e sopra di me, come una tenda.


Mi copre, mi scalda.

Mi avvolge,

ripara. Mormora.

Soffoca. Afa, cappa,

ignavia.


Tre cimici,

scese fino all’alluce destro,

abbracciano, lavorano, zampettine.

Le guardo

come fosse il corpo

di un altro, è il corpo di

un altro, io sono troppo distante,

soffocato, per curarmi di.


Penso ancora ai nostri momenti,

alle giacche, ai sandali, ai sogni. E rovescio

la testa come una U quando

tutto è già andato

e ho le mani distese. Nuvole aperte. Sfumate.

Sole.


In fondo. Alla fine: non so quello che

voglio. E ringrazio Santa Madre

hjerte che mi

scorre nelle vene, e che mantiene


questo

equilibrio

fragile.

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