Alla mia cara amica Elena.
Ho bisogno del volume
Tienilo alto
Che insieme al volume e all’altezza
Lascieremo le case, pareti,
Tappetti a quadrettoni,
Queste nostre paure interiori
Lascieremo il ragno solo,
E se lo tieni alto abbastanza festeggieremo
Tu e io,
Il compleanno in Paradiso,
Con Pietro un drogato barbone che puzza di ali
E dice Signori della Corte e del
Cortile, piu’ aperto di una casa il cortile
Che la casa e’ prigione:
Parete
E tappeto a quadrettone.
Alto, che si ha paura delle altitudini inferiori,
Alto ti prego,
Che sara’ come andare in metro nella Bucuresti
Col puzzo di benzene e il punto croce,
L’uomo sargente che guarda che ci si guardi
Dal fare del male, e le
Solite ragioni per una fretta da avere.
O non averne, o battere le mani a tempo giusto
Per non comprenderne.
E della giostra di parole,
Di questa giostra di parole,
Tu che hai vissuto? Tu lettore, tu poeta
Tu uomo che hai paura di affermare
La tua paura di lasciare, O donna sospesa
dalla tua definizione…
Che sono cosi’ veloci le parole
E non hanno peso le parole
Una musicalita’ che per noi e’ legale,
Una droga che ti inietti nelle vene quando ti va ti parlare
E ti tiene alto, alto,
Ancora piu’ alto di quanto ti possa sorprende
Cadere e farti del male.
E adesso che le parole se ne vanno
E l’ago sottopelle e’ spezzato
Tu vedi la notte e il giorno
E chiudi gli occhi come fanno
I bambini per scherzo, all’insu’,
Ma tu per davvero,
tu per davvero,
che il sogno e’ il posto in cui stare,
per aspettare la vertigine
a cui non posso arrivare.