Psicofarmaci nelle carceri

Leggo questo breve articolo di ‘E’, sull’utilizzo degli psicofarmaci nelle carceri italiane. Si parla di qualcosa come 35.000 detenuti che utilizzano questi farmaci, per stare buoni, sedati, tranquilli. È il controllo totale dell’individuo politico, ovvero del suo essere cittadino, attraverso l’annichilamento del corpo – come spiegava Foucault. C’è qualcosa di sinistro, in tutto questo. Il carcere è un’aberrazione totale, di per s’è. Quando poi va oltre le mura ed entra dentro così, quando le mura le costruisce tra le ossa e i neuroni, non merita più rispetto. Il carcere non merita rispetto. Va ridicolizzato, nella sua assurdità.

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