qualcuno più intelligente di me è
andato a correre. col suo giubbetto giallo e le
scarpe mimetiche, va su e giù per questa pianura di
lingue, anguille d’asfalto e cippi romani,
fiori negli angoli più bui e odore di fango, umido,
nel naso. lui sta smaltendo, loro,
con i rispettivi compagni, di letto e di ventura,
riescono a reggersi ai cordoni del ponte
che oscilla
e qualcuno
che meno ti aspetti
lo butta giù
senza deprimersi. Tagliano e mangiano briciole
con le dita, dal tavolo. A me basta un pensiero,
e sono a terra, sulle ginocchia, jeans sulla pelle matura
ancora graffia, come gengiva che perde
alimentando insenature di lingua.
d’acqua, loro.
non sanno di essere bombe
e potenziali infarti,
e colpi epilettici,
e finchè sarà così, Un Gran Guadagno:
ci sarà sempre qualcuno più leggero