date to be confirmed

Lunedì 12 Luglio, Lunedì 12
Luglio,
ma che ansia, che tedio,
contrapposizione,
le gambe sudate e l’unico conforto è
una tua carezza, madre:
sono malato,
non riesco più a uscire dal corpo
che mi sono creato.
Lunedì 12 Luglio, Lunedì 12
Luglio, fai caldo
fai schifo, con le tue rane nelle risaie
e i tuoi ristoranti
sulle provinciali
lingue ricurve
specializzati in
rane. E il mio bagaglio per terra
sembra una mossa
di karate
venuta male. Venuta in terra. Una chiazza
di sborra secca.
Dolce.
Lunedì 12, Luglio: un’altra donna
ho deluso.
Lunedì 12, Luglio: un altro giorno
per partire.
Lunedì
Lunedì
mi chiedo perchè devo esibirmi, compatirmi,
costiparmi. Mentre fuori
piove.

lungo la via

A Fontanetto Po ho visto vecchi

mattoni beige
andare in bicicletta
lungo zerbini d’acqua e riso
ridere poco
dei loro stati pensierosi
e lasciarsi sfumare coscienti in fondo
di ciò,
dal vasto scenario
della Pianura Padana.
Acqua. Acqua. Fra il cielo
e la terra.
Una linea d’asfalto attraverso voci
di donna e di uomo,
delinea un confine di
carta pastello, su un quadro
dagli improvvisi colori.

Salice, lonesome love.

Ho la fortuna, di avere un foglio,

e una madre
che ha spalancato la bocca di fronte
al prato bagnato.
Le coperte: da ritirare.
Qui fa un caldo
insaziabile. Leggo dell’uomo senza qualità
e il novecento, in questa piana
sembra
lontanissimo. Le batteresti
le ciglia, ancora una volta,
qui,
suonando Mahler,
per me?

La parrucchiera questa mattina
aveva un bel negozio,
bianco, e suo figlio cianciava
d’aerei da caccia. O di bambole.
Ma era così
piccolo. E
inopportuno. Ch’io mi sono scostato
prima del suo prossimo sogno.
Ho la fortuna, di avere un foglio.
E tu, questa fortuna,
ciglietta, chissà se
ce l’hai.
L’hai riposta in un cuki-pakko-da
freezer, sbavando e soffiando,
spumeggiando e
restando immobile
come il salice, fotografia riversa
un poco più in là.
Povera te. Che credi ancora d’avere
quasi
meno
caldo
di me.

Mitt hjerte alltid vanker


Tre cimici, lungo un asse mediano,

scese lungo il mio pube.

Occhi rosa, adamantini.

Occhi di bidoni versi d’immondizie,

cemento screpolato. Piano di Mitt hjerte alltid vanker

appena accennato.

Il mio corpo, reclama pioggia:

Voglia di piangere per sostituire

un tuo abbraccio.


La camicia, è qui. Semiaperta sul petto

e sopra di me, come una tenda.


Mi copre, mi scalda.

Mi avvolge,

ripara. Mormora.

Soffoca. Afa, cappa,

ignavia.


Tre cimici,

scese fino all’alluce destro,

abbracciano, lavorano, zampettine.

Le guardo

come fosse il corpo

di un altro, è il corpo di

un altro, io sono troppo distante,

soffocato, per curarmi di.


Penso ancora ai nostri momenti,

alle giacche, ai sandali, ai sogni. E rovescio

la testa come una U quando

tutto è già andato

e ho le mani distese. Nuvole aperte. Sfumate.

Sole.


In fondo. Alla fine: non so quello che

voglio. E ringrazio Santa Madre

hjerte che mi

scorre nelle vene, e che mantiene


questo

equilibrio

fragile.

alba!

L’alba del giorno dopo è
lo stomaco gonfio. Il dito del piede ammaccato,
il pacchetto piegato e finito.
L’alba del giorno dopo, proprio questa,
qui, composta e temuta,
è una tenda
riflessa nel mio specchio migliore
con delle bande colorate che
suonano canzoni e
linee di fuga. Arancioni. E’ un abbraccio,
è una X sul muro,
è il ricordo costruito e messo alle
spalle: ricordo di mani,
di gente con le gambe
serrate, di fogli che volano, di Vessicchio
Beppe che infuoca, che
amo. E’ la sorpresa di certi sguardi sfiorati, quest’alba
a Torino.
La chiudo, ora, in una busta: passo la mia lingua
per tre volte sul bordo, che
la sfioro, la prego,
l’adoro. E non la apro più.
L’alba del giorno
dopo è questo foglio ingoiato,
come un tatuaggio
sulla pelle di chi l’ha letto,
sulle labbra di chi ieri
l’ha pure cantato.
grazie!

Recital Perline

Due date.
Per condividere. Per partire. Salutare.
Perlinare tutto.
Due artisti veri – loro – con me:
Fab Vitale, chitarra e voce
Angel Viora – illustrazioni e fantasia
Vi aspetto (ore 21.30):
– 9 Giugno, Casa Mad, quadrilatero romano – via Santa Chiara 22
– 10 Giugno, Circolo Arci Santa Giuglia, vanchiglia – Piazza Santa Giulia 11

Perline colorate


Cari amici,

ho stampato un libro e voglio condividerlo con voi.

Negli anni ho ricevuto parecchie proposte editoriali (per la poesia). Non per una qualche forma di bravura: semplicemente il mercato dei piccoli editori che pubblicano poesia, salvo rare eccezioni, è un mercato in cui basta pagare per pubblicare. E io non l‘ho mai fatto – in primis per il costo. In secondo luogo per l’idiozia di pubblicare a qualunque costo.

Oggi mi sento in un bel momento della mia vita. Un momento in cui ho deciso di auto-produrre la mia prima raccolta di poesie per condividerla con chi vorrà leggerla, perchè ho voglia di stimoli. Perchè ho voglia di aperture. Niente editori tradizionali però – ho puntato tutto sul fai da te, convinto che chi leggerà sarà il miglior giudice di quel che ho prodotto.

Il volume si chiama “Perline colorate. Canzoni che piovono e si rimettono in fila”.

Per ottenerlo, ci sono due strade. La prima è scaricarlo gratuitamente sul mio sito, sotto forma di e-book.La seconda è comprare la copia cartacea del volume. Per farlo ci sono diverse opzioni (costa 5 euro, che coprono solo i costi di stampa).
In tutti e due i casi, vai qui per saperne di più:http://web.me.com/michele.lancione/ml/perlinecolorate.html

Io in ogni caso non ci guadagno un euro bucato. Per me l’idea è di far girare questi versi, di mettermi in gioco. Di aprire.

Sono disponibile ad organizzare serate, readings, e quant’altro la vostra fantasia suggerirà. Contattatemi.

Su Facebook – http://www.facebook.com/pages/Perline-colorate/122451487788740?ref=ts – e su questa mia pagina –http://web.me.com/michele.lancione/ml/perlinecolorate.html – raccoglierò tutte le info in relazione alla promozione del volume, e tutto il resto. Nelle stesse potrete anche trovare uno spazio per i commenti, in cui inserire ciò che pensate di questo lavoro.

Questo libro è per me un punto e virgola, una sospensione messa lì sui miei anni passati nel Belpaese. Ora che un’altra partenza si avvicina mi sembrava giusto – e bello, si può dire? – lanciare lì questo ammasso informe di perline.

Un abbraccio a tutti

Michele