BW

Un piano è una sistemazione
di tasti alternati,
il gesso che sbriciola, la lavagna.
C’è una luce che filtra tra le parole
le lascia sospese senza riflessi o flessione,
lo schermo di latte,
e tutte le inespresse voglie scure.
Mi pare il sole visto da un treno
keniota, l’occhio di un afroamericano,
il cioccolato fondente la panna,
la gola, i denti, grande vuoto,
le sue labbra.
Una tensione,
è spento.
Accedo a una luce sparata negli occhi
che guarda dentro,
s’inghiotte, e rimane
uno stallo
del nero e del bianco.

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