GHOST!

ho visto ragni aracnofobici ballare con Thom York
una salsa 
e la salsa è sempre senza parole
appiccicata al muro come ∫˜ª e altri Fahrenheit simili
le macchine da scrivere che danno tutta un’altra impressione
alle lettere, 
la carta ruvida delle stazioni di posta, gli autogrill, 
le zanzare e i bassi nei woofer
notti di viaggio
tangenziali
ci stiamo tenendo per mano e scemando così 
lungo le creste non ruvide dei galli, rosse e gialle,
imbottiti come cuscini e coperte cucite a mano dalla mano
di una madre che abbandoniamo alle sue sere
tenute su come lo zaino sulle spalle di un barbone
che percorre le strane da Perpignan a Buenos Aires in cerca
di un equilibrio ferale:
ci stiamo tenendo per mano nel momento del risveglio
aggrappati con le bave all’ultimo sospiro del sogno
tra l’armadio che non è ancora verità e l’alito cattivo
il fantasma di un futuro che ci decidiamo 
a non comprendere, ora, qui,
girandoci come automi sui fianchi 
tendendo le braccia allargandoci
abbracciandoci 
e tornando io alle tue spalle tu al muro davanti
ad addormentarci…

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