alba!

L’alba del giorno dopo è
lo stomaco gonfio. Il dito del piede ammaccato,
il pacchetto piegato e finito.
L’alba del giorno dopo, proprio questa,
qui, composta e temuta,
è una tenda
riflessa nel mio specchio migliore
con delle bande colorate che
suonano canzoni e
linee di fuga. Arancioni. E’ un abbraccio,
è una X sul muro,
è il ricordo costruito e messo alle
spalle: ricordo di mani,
di gente con le gambe
serrate, di fogli che volano, di Vessicchio
Beppe che infuoca, che
amo. E’ la sorpresa di certi sguardi sfiorati, quest’alba
a Torino.
La chiudo, ora, in una busta: passo la mia lingua
per tre volte sul bordo, che
la sfioro, la prego,
l’adoro. E non la apro più.
L’alba del giorno
dopo è questo foglio ingoiato,
come un tatuaggio
sulla pelle di chi l’ha letto,
sulle labbra di chi ieri
l’ha pure cantato.
grazie!

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